Formazione continua
La nozione di apprendimento permanente (art. 4, legge 92/2012; Decreto legislativo 13/2013 lifelong learning) si basa sull'assunto che il bagaglio di conoscenze, abilità e competenze sviluppate dall’individuo durante la fase della formazione iniziale (scuola e università) non sia, da solo, sufficiente a svolgere i compiti lavorativi e di cittadinanza in modo efficace.
Nella Comunicazione del 21 novembre 2001, “Realizzare uno Spazio Europeo dell’apprendimento Permanente”, la Commissione Europea definisce il concetto di Lifelong Learning/AP come “qualsiasi attività di apprendimento avviata in qualsiasi momento della vita, volta a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva personale, civica, sociale e/o occupazionale” con un preciso riferimento all’insieme delle attività di apprendimento formale, non formale e informale.
Nell’ European Universities' Charter on Lifelong Learning del 2008 i concetti che stanno alla base del Lifelong Learning sono arricchiti da indicazioni operative, con numerosi riferimenti al ruolo ed alle funzioni delle Università, nell'ambito della cosiddetta Terza Missione.
Le Università contribuiscono all’apprendimento permanente degli individui sia certificando i percorsi di apprendimento individuale sia svolgendo attività di formazione continua, ovvero "attività formative rivolte ai soggetti adulti, occupati o disoccupati, con particolare riferimento alle attività a cui il lavoratore partecipa per autonoma scelta, al fine di adeguare o di elevare il proprio livello professionale, e agli interventi formativi promossi dalle aziende in stretta connessione con l'innovazione tecnologica e organizzativa del processo produttivo” (circolare del Ministero del Lavoro n. 174/96). Quindi, nella definizione sono presenti sia i progetti di formazione continua decisi dai singoli individui sia quelli determinati dalle organizzazioni presso cui gli individui lavorano.